IL RITORNO DI PAPA GIOVANNI A BERGAMO:

UN EVENTO CHE CI RIGUARDA

A 55 anni dalla morte, Papa Giovanni XXIII torna nella sua terra, dove tutto è cominciato.


Quattro giorni in città e una settimana a Sotto il Monte, per consentire a migliaia di pellegrini di venerare il suo corpo e di ripercorrere i temi fondamentali della sua vita e del suo pontificato.
Ieri, qui a Bergamo, una peregrinatio per tappe: nel cuore della città, per l’accoglienza ufficiale e per ritrovare le robuste radici bergamasche della sua persona.
Poi al carcere del Gleno, memoria della visita a Regina Coeli, quindi il Seminario, a lui intitolato e nel quale il giovane chierico Angelo Roncalli si è formato al ministero sacerdotale, vocazione “che non si improvvisa”. Portato in cattedrale dai sacerdoti, ha ricevuto l’abbraccio dei giovani, nella veglia serale. Seguiranno le tappe al nuovo ospedale, come una volta al Bambin Gesù, e quindi ai cari santuari di Baccanello e della Cornabusa.
A Sotto il Monte tutte le celebrazioni, con la presenza delle diocesi lombarde, le Associazioni, i consacrati, fedeli da ogni parte.
Circa centomila le presenze annunciate, ma molte altre saranno le persone che spontaneamente vorranno salutare il Papa buono.
Non abbiamo avuto esitazione, circa un mese fa, a rispondere all’appello del parroco di Sotto il Monte che chiedeva alle religiose di Bergamo un aiuto per animare i pellegrini in alcuni luoghi significativi del pellegrinaggio.
Con sorelle di altre congregazioni, noi saremo presenti nei giorni 29, 30 e 31 maggio, impegnate a mantenere raccolto il clima di adorazione e preghiera in chiesa parrocchiale, nella quale si svolgeranno anche le confessioni.
Saremo, poi, all’ingresso della cripta, passaggio obbligato per i pellegrini che dal Giardino della Pace vorranno raggiungere la cappella in cui verrà esposto il corpo del Papa.
Motiveremo brevemente ai fedeli il significato del tragitto.
In questa cripta, normalmente buia, risplendono solo poche luci: una illumina la teca in cui sono raccolti i calchi del viso e della mano destra eseguiti dallo scultore Manzù subito dopo la morte; davanti ad essa il crocifisso che era appeso davanti al letto del papa, in Vaticano: “egli mi guarda ed io gli parlo”, segreto del sacerdozio di mons. Roncalli.
Alcune candele, il cero pasquale, dei fari su alcune frasi del Papa che rivelano la sua spiritualità.
Che emozione, quanta commossa riconoscenza, quando il parroco ci ha portate in cripta per prepararci al nostro servizio di accoglienza: una delle pareti riporta un brano di una lettera alle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. E’ ancora per noi il suo pensiero, mentre è per il mondo intero, oggi come nel 1940.
“E’ questa l’ora dei grandi sacrifici.
Nel sacrificio di ciascuno c’è il mistero della pace che il mondo aspetta e che ciascuno deve saper meritare, per sé e per tutto il mondo. Invochiamo questa pace e meritiamola”.
(Lettera alle Figlie del Sacro Cuore, Istanbul, 30 agosto 1940).
Saremo a Sotto il Monte per celebrare, far memoria, rinsaldare il legame profondo di Papa Giovanni con la nostra Congregazione, motivate da viva riconoscenza, filiale commozione e vivo desiderio di essere un poco degne della sua provata amicizia.
Invocheremo un’altra carezza, dolce come un tempo, su tutte noi.

Sr Gianna, sr Stefania, sr Giuseppina – Bergamo -

 

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