Spiritualità e Carisma

 

Teresa così si esprime: "Le Figlie del Sacro Cuore di Gesù, come quelle che attingono la loro carità alla sorgente stessa dell'amore, cioè dal Cuore di Gesù Cristo, devono ardere verso i loro prossimi della carità medesima di quel Cuore divino.

Carità purissima che non ha vista se non alla gloria di Dio e al bene delle anime; carità universale che non eccettua persona, ma tutti abbraccia; carità generosa che non si perde per patimento, non si sgomenta per contraddizione, ma anzi, nel patimento e nell'opposizione cresce in vigore e vince col pazientare"
(Libro dei Doveri, vol. I, p. 58).

E nelle Costituzioni, il testo che regola tutta la vita delle Figlie del Sacro Cuore, troviamo:

“Come Gesù che “passò facendo del bene a tutti”, le Figlie del S. Cuore, docili all’azione dello Spirito Santo, in  comunione ecclesiale e in dialogo col mondo, si dedicano attivamente all’evangelizzazione, promuovono la vita e curano la formazione integrale della persona, perché ognuno, un particolare il povero e l’emarginato, possa vivere la propria dignità di Figlio di Dio (…) Sull’esempio del Verbo incarnato assumono, nel contesto multiculturale della società, il cammino di inculturazione e di interculturalità. Condividono anche con i laici il dono carismatico e diventano con loro presenza evangelizzatrice in ogni cultura."  

 

IN SINTESI L’INDOLE, LA SOSTANZA, LA NATURA DELL’ISTITUTO
Figlie del Sacro Cuore di Gesù:

Riserbo, chiarezza per un equilibrio interiore,
dinamicità secondo il piano di Dio,
discernimento, discrezione, prudenza, riflesso di Dio.
Prende consiglio da Dio, cerca solo Dio e il suo volere.

     Segue il Signore, non Lo previene; fa ogni cosa a suo tempo.
     Scelta una via,la cammina con prudenza, ma coraggiosamente,
     con soavità e fortezza, con fermezza e costanza.
     Rispetta l’opinione altrui, cerca il meglio davanti a Dio;
     non teme il mondo, né le sue critiche.
Invita, non costringe; non cerca, ma accetta riconoscente
quanto gli viene offerto; pregia ed onora il bene altrui come il
proprio. Non invade il campo degli altri; non è preso dalla
smania di tutto il bene e non opera con ansietà.
     Non si esalta nella prosperità,
     non si avvilisce nell’avversità, né si punta per ostinazione.
     Ama l’umiltà, riconosce il proprio nulla, acceta l’umiliazione
     e cerca mortificazione interna e esterna.
Fa uso di ogni lecita larghezza
ad imitazione della benignità del Cuore di Gesù Cristo. 
Non pretende tutto da tutti;
è cauto, discreto e prudente.
Domanda coscienza retta, pura, delicata e sciolta.
Non conosce raggiri o simulazioni.
Cerca in tutto la sostanza,

non condanna l’apparenza che aiuta,
e ne usa con circospezione.
Cammina con semplicità e schiettezza.
Vuole santità vera e distinta
     Segue le orme di Gesù Cristo
     da cui viene e a cui va.
     Lui è il suo esemplare e Maestro!


“Ecco, figlie carissime, lo spirito proprio del vostro Istituto…voi lo avete

dalla divina bontà in dono. Lo dovete tenere in alta stima e carissimo al vostro cuore.
È lo specchio in cui si reverbera puro lo spirito di Cristo. (…)Quanto vi esposi, lo attinsi dalla bocca del veneratissimo nostro Fondatore.” (Teresa Verzeri)
Fonti: cfr. Libro dei Doveri, vol. terzo, pp. 481-487; Atti del Capitolo Speciale (1969), p. 20

 

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