La nostra storia

Nel primo libro degli Annali della Congregazione leggiamo:
    “Deplorevole era in quel tempo il difetto di case religiose, poiché a causa della generale soppressione, avvenuta alla fine del secolo decimottavo e in principio del decimonono, era appena rimasto qua e là nel Lombardo-Veneto qualche monastero, scampato quasi per miracolo al naufragio; le giovani quindi che volevano consacrarsi al Signore erano costrette ad abbandonare la patria ed uscire dal regno. Ma la Provvidenza divina, che tutto ordina soavemente a' suoi altissimi fini, dispose che appunto nel 1816 si riaprisse in Bergamo l'antico convento benedettino di santa Grata”, luogo che, fino all’otto febbraio 1831, giorno della Fondazione dell’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, vide nascere e custodì la vocazione alla vita religiosa di Santa Teresa Verzeri.
Qualche pagina più avanti troviamo:
     “Frattanto avvicinavasi il giorno che doveva essere il primo per la Società nostra. Il dì 7 febbraio, Mons. Benaglio, vedendo ormai condotto a termine quanto nella sua mente erasi prefisso, scrisse alla Verzeri e alla Vallaperta, che a piè levato stavano tuttora in s. Grata, quella memorabile lettera, la quale, dovendo rimanere prezioso documento per le Figlie del S. Cuore, come quella che diede la vita all'Istituto, merita di essere qui riportata per intiero.”
    "Carissime, - Quando voi vogliate essere costantemente ferme nel manifestare con semplicità e candidezza tutt'i pensieri e sentimenti vostri, di qualunque sorta essi siano, e nell'obbedire in tutto e per tutto a quanto vi verrà suggerito, io non esito un momento a dirvi, essere volontà di Dio che usciate dal monastero e vi rechiate sul Gromo. Ho già prevenuto il fratello vostro Don Girolamo, acciò venga a prendervi domani, martedì, insieme al suo servo, niente più tardi delle ore sei della mattina.
     Giunte sul Gromo, nel piccolo Oratorio, farete un'ora di meditazione, indi vi sarà la s. Messa nella quale farete la SS.ma Comunione, anche ad onore di S. Gerolamo Emiliani, per ottenere tutta l'assistenza del Signore nella vostra nuova posizione, e la protezione di questo Santo, cui dovete imitare nel sacrificarsi per il bene della gioventù e delle inferme. Indi, fatta la colazione, vi metterete subito ad assistere alla Scuola. Non dovete imaginare di entrare in un Istituto già formato: tutte le cose hanno i loro principii, i progressi e il compimento. L'esperienza deve suggerire ciò, che tornerà più a proposito.
    La regola che dovete osservare subito con tutta l'esattezza è lo spogliamento totale di voi medesime, un pienissimo abbandono nelle mani del Signore, un'obbedienza affatto cieca, e senza eccezioni, grande spirito di orazione, e di raccoglimento. Non parlerete mai delle cose vostre, né di spirito, né temporali a chi che sia, perché non entri nell'anima vostra confusione o diversità di pareri. È troppo necessario che i vostri consiglieri siano uomini di spirito e di somma prudenza; e però a riserva del Prevosto di Pignolo e di Don Luigi Speranza, non vi permetto di chiedere ad altri consiglio. Mi preme la ritiratezza, cioè pochi discorsi con persone estranee che vengono a visitarvi per solo complimento.
    Ecco quanto Dio vuole da voi di presente. In queste cose fissate bene la vostra testa, e non state a dire di non sapere cosa Iddio voglia da voi. Eseguite esattamente quanto ora vi fà conoscere; e se vorrà altra cosa per l'avvenire, la farà conoscere a chi conviene, quando siate sollecite di manifestare tutte le idee che vi passeggiano per la mente. - Domani adunque procurerò di dirvi la s. Messa sul Gromo; e di giorno in giorno vi aspetterete l'inferma raccomandata da Monsig. Morlacchi. Credetemi. Aff.mo Can. Giuseppe Benaglio".
    Giunta questa lettera decisiva in mano della Verzeri, la trovò preparata al gran passo; le poche ore notturne che le rimanevano a passare in quel chiostro, l'eroica donna spese in più lunga e fervente orazione a Dio, ed in iscrivere una bella lettera di ringraziamento e di scusa a quella religiosa comunità, a cui il nobilissimo suo animo sentivasi debitore di riconoscenza per il bene ricevuto, e di risarcimento per l'involontaria pena arrecatale. Quella lettera fu poi letta in Capitolo il giorno stesso della sua partenza e vi destò la commozione generale.
     Allo scoccare delle 6 antimeridiane del dì 8 febbraio, ora prestabilita da Mons. Benaglio, la Verzeri con la compagna Vallaperta, trovossi alla porta del convento, indossando l'abito benedettino, ridotto alla forma che volevasi adottare nell'Istituto, e che è press'a poco l'attualmente usata. Trovò pronto a riceverla e ad accompagnarla il fratello Don Girolamo; e senza parole, senza un cenno qualsiasi che rivelasse i sentimenti da cui era animata in quell'istante, abbandonò per la terza ed ultima volta il monastero di s. Grata, che era stato veramente per lei il terrestre purgatorio, ove la santa anima sua erasi ineffabilmente purificata, per rendersi più atta al compimento degli elevati disegni, che a sua gloria aveva su lei formati l'Altissimo. Varcate le soglie di S. Grata, sollecita e sempre in silenzio avviossi al Gromo dove l'attendevano, come figlie la madre, Virginia Simoni, Maria Verzeri e Rosa Manghenoni, le quali, avendo già determinato di entrare nella religiosa Società, benché le due prime nol potessero subito, erano considerate come membri della pia unione, e quindi avevano diritto di vederne l'inaugurazione.  
L'accolsero esse con grande e filiale esultanza; e mentre, in quel momento solenne, sentivano desiderio e bisogno di espandersi con lei, essa preoccupata e quasi assorta in più elevati pensieri, non iscambiò una sola parola; disse solo:
- "Andiamo" - salì le scale, si avviò difilato alla cappella e si pose in orazione. 
    Come aveva promesso, il Fondatore celebrò un'ora dopo l'augustissimo Sacrificio, comunicò di sua mano le congregate, e pieno di santa esultanza rivolse loro poche, ma ardenti e fatidiche parole, prendendo ad argomento il testo del vangelo: - "Nolite timere, pusillus grex: quia placuit Patri vestro dare vobis regnum." - Non temete voi, piccol gregge, imperocché è stato beneplacito del Padre vostro di dare a voi il regno."

- Durante tutto questo tempo, che non fu breve, della meditazione, della S. Messa e del sermone, la Venerabile Madre, come vivente statua di fede e dell'adorazione, rimase immobilmente inginocchiata sul suolo, a sinistra dell'altare, vicino alla porta, neppure avvertendo il furioso e gelato vento che tutta l'investiva. Quali atti di fede, di ringraziamento, di offerta, di totale abbandono in Dio ella facesse in quell'ore, quali sentimenti e quali affetti l'animassero, ci è ignoto: certo è, e lo prova il fatto, che Dio ebbe cara l'offerta, e suggellò in Cielo col suggello del suo beneplacito l'opera che inauguravasi in terra così umilmente, al solo cospetto di Gesù in sacramento e degli Angeli Santi.
(continua…)

Rassegna Bibliografica Ragionata
per conoscere meglio i fondatori, la storia e lo spirito
delle Figlie del S. Cuore di Gesù

Il volume “Rassegna bibliografica ragionata dell’istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù” costituisce una novità almeno per tre motivi.
Anzitutto, è la prima volta che le Figlie del Sacro Cuore di Gesù hanno deciso di far intraprendere da una delle religiose un lavoro non indifferente, sapendo che sarebbe durato diversi anni e avrebbe incontrato non poche difficoltà, dovute sia alla necessità di reperire tutte le pubblicazioni riguardanti l’istituto, sia al tempo, inevitabilmente lungo, che sarebbe stato necessario per leggerle ed esaminarle.
Inoltre, il volume costituisce una novità anche tra le pubblicazioni riguardanti la storia delle congregazioni religiose femminili. A quanto mi risulta, almeno per l’Italia, questo delle Figlie del Sacro Cuore è il primo esempio di uno studio che raccoglie ed esamina tutte le pubblicazioni relative ai fondatori e alla storia di un istituto, dalle origini a oggi.
Un terzo motivo di soddisfazione è costituito dal fatto che questa bibliografia, diversamente dalle tante altre compilate da grandi Ordini religiosi come Gesuiti, Francescani, Domenicani ecc., non si limita a un arido elenco di titoli di opere, ma le esamina tutte, ricollocandole nel loro contesto storico e mettendone in luce pregi e limiti. 
Certo, la lettura di un libro del genere è difficile e non può essere di carattere continuativo. Ma chi volesse approfittare della “Guida alla lettura” e seguisse passo passo le indicazioni relative all’argomento prescelto - sia esso il fondatore, canonico Giuseppe Benaglio, sia la fondatrice, S. Teresa Eustochio Verzeri, sia Maria Antonia Grumelli, sia altri argomenti come le costituzioni dell’istituto, il suo sistema educativo, la sua spiritualità, ecc. – si troverebbe di fronte a una miniera di informazioni, parecchie delle quali risulterebbero nuove, con piacevole arricchimento 
delle proprie conoscenze e del proprio spirito.
Conviene quindi essere grati a sr. Rosy che ha accettato, con una fatica durata diversi anni, di compiere questa ricerca a vantaggio del suo e anche di altri istituti religiosi, che in essa potrebbero trovare un esempio da imitare.

Giancarlo Rocca - Società S. Paolo
Storico. Direttore 
del “Dizionario degli istituti di perfezione”.

Vai all'inizio della pagina