Assemblea Provinciale a San Felice 3 febbraio 2018

L’Accoglienza:
Come non commuoversi di fronte alla calorosa accoglienza delle nostre Sorelle di San Felice?
Caldi abbracci e gioiosi sorrisi per le partecipanti all’Assemblea convenute da ogni comunità.

La preghiera:

Per tutte è iniziata alla stessa ora ma nel segreto della propria stanza, è proseguita in piccoli gruppi ed è culminata nell’assemblea generale che si è pian piano costituita. Lo Spirito non “l’abbiamo seminato, né svegliato, ci siamo impegnate anzitutto a riconoscerlo, accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.”

 

I saluti:
La Madre provinciale e la Madre generale ci hanno rivolto un caloroso benvenuto e l’augurio di ottime giornate di lavoro.
Sr Ernestina Gatti ha presentato una riflessione sui contenuti del documento del XXVIII Capitolo generale.
Domani ci attende l’approfondimento dello strumento di lavoro, in gruppo e in assemblea.

 

  

 

 

 

Le nostre esistenze talvolta si guastano, ma Dio, esperto vasaio, è capace di dare loro nuova forma e rinnovata  sostanza

 

 

GRAZIE A TUTTE PER LA VICINANZA

BERGAMO Via Ghirardelli

TACE la CAMPANELLA

E’ stata chiusa, dopo 143 anni, la nostra scuola di Bergamo.
Nata nello storico quartiere di Sant’Alessandro, in via Sant’Orsola, ha visto il susseguirsi di generazioni di alunni, che hanno potuto godere del sereno clima educativo offerto dalle nostre consorelle e da molti altri insegnanti laici.
Proprio perché gli spazi, per ampiezza e per caratteristiche, risultavano angusti per la numerosa popolazione scolastica, nel 1959 la sede era stata trasferita dal centro della città alla moderna e luminosa casa di Via Ghirardelli, accanto allo stadio cittadino.
Anche qui non sono mancate vitalità e qualità, grazie all’appassionata dedizione degli educatori, alla generosa presenza della comunità religiosa, alla collaborazione costruttiva tra la scuola e la famiglia.
Negli ultimi anni, la graduale diminuzione degli allievi, il conseguente appesantirsi dei costi di gestione, anche per il venir meno di sorelle inserite nell’attività scolastica, hanno portato a chiudere la scuola, a decorrere da questo stesso anno scolastico.
Nel mese di giugno, in un clima di tristezza, lenita dalla consapevolezza di aver collaborato fino all’ultimo affinché i giovani allievi potessero completare in serenità l’itinerario scolastico, sono state organizzate due occasioni di incontro, di saluto e di ringraziamento.
Il 9 giugno gli allievi degli ultimi anni, le famiglie e gli insegnanti ancora presenti nell’Istituto, si sono ritrovati in un teatro cittadino per un concerto che ha visto le esecuzioni di artisti “amici della scuola”, i quali, nella semplicità, hanno offerto performance molto apprezzate e di indubbia qualità.
L’incontro si è concluso nei locali della scuola, dove era stato allestito un buffet.
La solennità del Sacro Cuore, il 23 giugno ha visto, invece, il ritrovarsi di ex allieve, di insegnanti del passato, di sorelle che in tanti anni di presenza a Bergamo hanno lavorato nell’opera educativa. Nella Santa Messa, presieduta dal Vicario Generale della Diocesi, Mons. Davide Pelucchi, abbiamo elevato la corale gratitudine a Dio per il bene che ci ha concesso di operare.
Molte le ex allieve presenti, numerosi gli insegnanti, i rappresentanti delle comunità religiose della Diocesi, i Sacerdoti concelebranti, i volontari e le sorelle che negli anni hanno fatto parte della comunità bergamasca.
Abbiamo lodato il Signore per il bene che ha compiuto attraverso la nostra opera; abbiamo invocato misericordia sugli errori commessi e sui limiti che possono aver fiaccato il nostro impegno, implorando luce e sapienza affinché il dono che Santa Teresa Verzeri ci ha lasciato possa trovare, nel futuro, matura e degna espressione.
La comunità religiosa, che non lascia la casa di Via Ghirardelli, è chiamata a “ridisegnare” la propria presenza, con un servizio apostolico che possa intercettare i bisogni educativi del nostro tempo.
Suor Gianna Lessio f.s.c.j.

Da una lettera di Marina Zilio (maturità 1966), ex allieva:

Alcuni anni fa Suor Maria Soregaroli mi telefonò come faceva di consueto la domenica mattina e concluse la sua caritatevole e affettuosa conversazione con un intenso e sentito invito: "IN ALTO I CUORI"!
Seppi, poi, che poche ore dopo era morta, improvvisamente. Il dolore per la perdita è stato immenso, alleviato solo dalla fede.
Sr Maria, oltre ad essere stata una insegnante solerte, paziente e molto preparata, era stata vicina a molte delle sue alunne attraverso gli scritti e il dialogo ben oltre il compimento degli studi, anche per tutta la vita, come nel mio caso. Qualche giorno fa ero a Bergamo, in Istituto, insieme a tante ex alunne, invitata alla Festa del S. Cuore, in occasione della chiusura della scuola. Ho rivisto alcune tra le ex compagne, anch'esse gioiose per il ritrovarsi, ma commosse e dispiaciute per la circostanza. Non sembra vero... La sofferenza per la fine di un così provvido e provvidenziale servizio si è stemperato e acquietato nella solennità della celebrazione e nella Fede.
Ho ancora vivo nella mente il ricordo dei nostri bravissimi insegnanti: Don Mayer (Religione ed Educazione all'Immagine), Don Fornoni (Scienze Naturali, Chimica, Anatomia), Sr Antonia (Lingua Italiana, Storia), Sr Agnesina (Latino), Sr Maria Soregaroli (Matematica, Fisica, Preside) la Sig.na Scanziani (Filosofia), e altre.
Ancor più presente in me e convinta è la riconoscenza alla Santa Fondatrice Verzeri, e a tutte Voi, carissime suore del Sacro Cuore di Gesù, che avete attinto con sacrificio e dedizione alla sua illuminata e provvida regola, ispirando i vostri comportamenti e i vostri metodi educativi a Lei, e creando così le condizioni necessarie affinchè io e migliaia di altre vostre alunne potessimo formarci e istruirci, crescendo secondo natura e nella libertà delle menti e dei cuori.
Grazie, sorelle, per aver invitato noi ex alunne a condividere con Voi la solennità e la sacralità della giornata conclusiva di una storia di amore dedicata dalla vostra congregazione alla città di Bergamo, per lunghi anni.
Grazie per la cordialità e l'affetto che avete dedicato a ciascuna di noi durante l’incontro, facendoci sentire a casa e rinnovando in noi la grande gioia che in passato avevamo nel re incontrare le nostre amatissime suore che sentivamo tutte, oltre che nostre insegnanti, come nostre seconde mamme, alle quali confidare gioie e dolori e dalle quali ricevere conforto e consiglio. Grazie per averci fatto tornare ancora una volta - spero vivamente non sia l'ultima - in Istituto, facendoci sentire nuovamente nel nido accogliente e protettivo dove siamo cresciute e ci siamo formate in cultura, amore in Cristo e umanità. Grazie, grazie e ancora grazie!
Nel ricordo di sr Maria Soregaroli, e con lei di tutte le nostre amatissime suore, saluto dicendo: "In alto i cuori " ...e aggiungo convinta e in trepidante attesa di nuovi e anche imprevisti, ma gratificanti eventi, "Sono rivolti al Signore". Concludo affidando me e le mie carissime compagne alle vostre preghiere.
Una proposta: Perché non creare nel sito web delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù uno spazio dove le ex alunne possano riconoscersi, ritrovarsi fra loro e con le insegnanti, per comunicare ricordi, eventi, conquiste, gioie, dolori, proposte ? Marina Zilio

ARLUNO UN BEL TUFFO NEL PASSATO

 

Il giorno 25 giugno Arluno festeggiava il 50° anniversario di ordinazione sacerdotale del Parroco don Angelo. Per questa festa don Stefano ha pensato di invitare i presbiteri, i religiosi e le religiose nativi di Arluno.
Il “piccolo resto” delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù: Sr Flavia, Sr Ernestina e Sr Rosaria hanno accolto con grande gioia l’invito. La festa è iniziata con una solenne Concelebrazione Eucaristica ed è terminata con il pranzo consumato al Centro Sacro Cuore.
Per me, oltre alla gioia della festa, questa giornata mi ha fatto rivivere ricordi e mi ha fatto provare grande emozione. Ho lasciato Arluno nel ‘61 quando sono entrata in Noviziato e da allora sono tornata solo per brevi visite ai parenti. In quegli anni la mia famiglia si era trasferita, per motivi di lavoro, a Lainate.
Quel giorno ho incontrato parecchie persone, ma una in particolare mi ha colpito e, quando l’ho vista, tra le altre cose, mi ha detto: “Ester io so tutto di te perché leggo sempre il vostro “ANDIAMO” quindi ho seguito tutti i tuoi spostamenti e sono a conoscenza delle esperienze che tu hai fatto”.
Questo mi ha colpito molto perciò è nato in me il desiderio di comunicarle anche le emozioni di quella giornata, due: la prima è quella che ho provato quando sono entrata nella Chiesa Parrocchiale, luogo dove ho vissuto le tappe più importanti della mia vita cristiana: il battesimo, la prima comunione, la cresima, conferita dal Cardinal Schuster e la Professione Perpetua.
Qui è iniziato il mio cammino di fede, speranza e carità e qui sono state poste le fondamenta solide per poter poi costruire una vita vissuta e donata. Nella mia ricerca vocazionale ho pregato tanto perché Gesù mi facesse capire bene quello che voleva da me.
La seconda ancora più forte l’ho provata quando sono entrata nel cortile del “convento”. Ho avuto forte la consapevolezza che quello che sono ora è frutto dei semi che sono stati seminati nel mio cuore con tanto amore e dedizione dalle sorelle Figlie del Sacro Cuore di Gesù che ho incontrato nella mia giovinezza e adolescenza. Non voglio nominarle per paura di tralasciarne qualcuna. Da loro ho imparato, perché me lo hanno fatto sperimentare, che le persone sono tutte importanti, che ognuno di noi è unico ed irrepetibile, perché la domenica all’oratorio, quando eravamo in tante, nessuno si perdeva nella massa: le Suore avevano una parola da dire ad ognuna, loro si interessavano di noi e noi ci sentivamo amate da loro. Quello che ci dicevano ci scendeva nel cuore. Devo alla loro testimonianza la passione educativa, la passione per Dio e per i fratelli che mi porto dentro.
Una persona solo desidero ricordare in particolare perché è stata lei la prima confidente della mia decisione di farmi suora: Madre Margherita Zago.
Donna di una libertà interiore grandissima, di un amore per Dio e per i Fratelli smisurato. Questa sua passione l’ho vissuta da vicino perché spesso si è servita di me per mandare lettere o messaggi a persone particolari.
Quando ho manifestato ai miei genitori la decisione di diventare Suora mia mamma, che mi conosceva bene, mi disse: “Ester il convento non è per te come farai ad obbedire?”
Nel mio cuore mi sono detta: “Se c’è riuscita Madre Zago, riuscirò anch’io” lei è stata il mio grande testimone.
Carissima amica non ricordo il tuo nome, ma ho sentito il bisogno di farti conoscere anche questo; mi piacerebbe tanto poterti risentire: 030/6919298. Ringrazio tutti i promotori di questa festa. Ti abbraccio
P.S. Chiedo a Maria venerata come Madonna dei Poveri di benedire le famiglie e di proteggere tutti i giovani e le giovani.

suor Rosaria la Ester di un tempo.

Connessi con la bellezza condividiamo la speranza

          7°convegno APPUNTI di PEDAGOGIA VERZERIANA

             - San Fidenzio - VR   01 settembre 2017

                                                                                              

I mezzi di comunicazione multimediali, in pochi decenni, sono diventati parte integrante della nostra vita, sono continuamente attorno a noi e in tutto l’arco della giornata, ci trasmettono migliaia di messaggi di ogni tipo: è ormai accertato unanimemente che tutto ciò ha cambiato profondamente il modo che le persone hanno di rapportarsi al mondo, agli altri, a se stesse.
La TV e la pubblicità, il computer, i videogames, l’IPad in particolare stanno producendo i più notevoli, efficaci ma anche allarmanti effetti, specialmente nei confronti dei bambini che li usano per svariate ore ogni giorno e non hanno ancora acquisito la capacità di difendersi, distinguendo il vero dal falso. Il risultato è che tali media concorrono a formare la loro mentalità più della scuola e della famiglia, e spesso in modo negativo.
In questo periodo il concetto di bellezza classico, con tutta la sua valenza etica ed estetica, ha un po’ perso il suo valore a causa della trasformazione ambientale, culturale, morale, comportamentale del contesto sociale sopraffatto dai modelli consumistici liberi e anche trasgressivi.
I numerosi stimoli che bombardano i nostri alunni e che provengono da un uso non guidato alla visione – lettura della televisione, dall’utilizzo del computer, dei videogames, dell’IPAD, riflettono povertà di contenuti significativi, linguaggi e modelli che alimentano comportamenti superficiali e qualunquistici di immagine, di formalismo, di adesione a modelli dettati dai media e che sono scollegati dalla loro storia personale, familiare comunitaria. I nostri studenti hanno poche occasioni di riflessione critica e ben pochi modelli di riferimento culturale e linguistico capaci di andare oltre le categorie del modello d’immagine e di benessere consumistico rispondenti alle logiche di mercato e di potere … insomma, siamo ben oltre la amoralità delle teorie riguardanti il concetto di homo oeconomicus!
L’educazione alla bellezza assume un significato di pensiero di grande portata estetica a difesa delle esigenze educative più rispettose dei bisogni interiori e spirituali delle persone. ”La bellezza salverà il mondo” scriveva Dostojewsky nell’ormai lontano 1800.
La dimensione del bello dovrebbe permeare l’attività educativa divenendo «stile pedagogico» del nostro operare come acquisizione di una competenza che trova alimento nella capacità di accostarsi e sentire interiormente la realtà delle cose e delle persone con le quali ci relazioniamo, nella capacità di stupirci, provare meraviglia, contemplare l’esistenza e saper riconoscere le emozioni e i sentimenti che l’esperienza del bello è in grado di suscitarci.
Ma come rispondere alla realtà che ogni giorno i nostri studenti ci portano in classe interpellandoci anche solo con lo sguardo indagatore e a volte sfidante?
Come rispondere ai più piccoli il cui linguaggio parla del mondo dei media che maneggiano con disinvoltura già dall’età dei tre anni?
Queste domande che pongo a voi oggi, molte volte me le sono poste e poiché il modello del nostre essere educatori nella Scuola di Teresa Verzeri lo troviamo nei suoi scritti.
Mi limito a leggere ciò che Lei ci suggerisce nel Libro dei Doveri dove parla del “Modo di educare le giovinette”. Una sottolineatura che ho ritenuto importante è:

Buon esempio nelle educatrici

Teresa scrive “… Se volete essere veramente utili alle vostre giovani precedetele in ogni virtù coll'esempio, memori che più si edifica tacendo e operando, che predicando senza operare; e che il profitto dei sudditi non si deve alla voce del Superiore, ma al suo esempio. Il nostro Signore si umiliò prima d'insegnare ad umiliarsi; patì prima d'insegnar a patire; e volendo che i suoi discepoli portassero la croce, prese la sua, e andando prima innanzi a tutti, invitolli poscia a seguitarlo. [S. Matteo c.XXIII. v.3.]
Non così i farisei, dei quali dice il Signore: "fate quel che dicono e non quel che fanno;" (Mt.23,1-12” poiché essi colla loro condotta smentivano quello che insegnavano colla voce "
L'esperienza rende innegabile questa verità che è uopo praticare quanto s'insegna... Persuadetevi fino al convincimento che il buon esempio è indispensabile; e se trovate che i vostri insegnamenti cadono voti o hanno poco effetto, esaminate la vostra condotta, e la troverete difettosa appunto là ove le vostre istruzioni sono meno efficaci.
Siate sante e farete delle sante …”

Mi colpisce nel pensiero di Teresa il richiamo ai farisei. Quello che verrò dicendo non è un giudizio nei vostri riguardi, ma è un semplice commento alla parola di Gesù che richiama l’attenzione dei discepoli sul comportamento incoerente di alcuni dottori della legge. “loro dicono e non fanno … legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente … fanno le loro opere per essere ammirati …” nel riflettere su queste incoerenze, conviene pensare a noi e alle nostre incoerenze a come ci poniamo davanti ai nostri alunni … cosa chiediamo loro e che noi non facciamo …
Non voglio scagliare pietre contro nessuno, ma invitarvi alla coerenza che parte da un pensiero corretto – educativo e arriva al cuore dell’alunno con la testimonianza che quello che diciamo è vita della nostra vita perché il nostro dire ha sapore di vita vissuta.
Il motivo del nostro incontro è quello di aiutare i nostri ad usare con intelligenza i media, a cercare il bello che gli stessi portano, pensati oggi come mezzi di crescita individuale e collettiva se vengono usati bene, ma, ripeto, prima noi dobbiamo saperli usare, non tanto da un punto di vista tecnico, ma di ricerca de valori che contengono, per aiutare poi i nostri e dobbiamo anche aiutarli ad accettare alcune regole proprio perché il tutto torni a loro vantaggio.
Ho trovato in internet una lettera che la signora Janell Burley Hofmann, che vive a Cape Code (Massachusetts, Stati Uniti) con il marito e cinque figli, scrive al figlio di 13 anni prima di consegnargli l’IPhone.
Trovate la copia nella cartelletta, dei 18 punti che la signora presenta al figlio ve ne leggo solo due, scelti a caso, il resto a voi l’impegno di leggerlo.

7. Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possono fare del male a qualcun altro. Sii un buon amico e non ti mettere nei guai

15. Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha un accesso alla musica senza precedenti nella storia. Approfittane, espandi i tuoi orizzonti.

Carissimi tutti, ora lascio la parola agli esperti perché ci introducano sempre più in questo mondo meraviglioso e contemporaneamente pericoloso che ci sfida ad essere modello per coloro che il Signore ci affida nel ministero altissimo di educatori.

Buon ascolto.

GIORNI SPECIALI

Celebrazioni ad Aiello e Lago in occasione dell’anno vocazionale

Il 3 marzo, giorno della nascita al Cielo della nostra Santa Madre, è una data indelebile, scolpita nel CUORE delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù. Poiché la santità non soffre l’usura del tempo anzi diventa sempre più contagiosa quanto più ne approfondiamo lo spirito e il contenuto, la nostra Santa Teresa Verzeri ha rivelato qui tra noi, in Calabria, una luce speciale del suo volto.
Il musical “ Alla sorgente dell’amore: SANTA TERESA VERZERI”, messo in scena dagli Aiellesi, capeggiati da Sr. Maria Gianelli, dall’artista Michele Paolicelli ( un nome, una garanzia) e concretizzato dal dottor Camillo, regista e coreografo, ci ha fatto godere un reale scorcio di vita della nostra Santa Madre Fondatrice, nel momento più difficile e sofferto della Fondazione del nostro Istituto.
Anche per questo motivo e per celebrare, ancora una volta, il 40° anniversario della nostra presenza ad Aiello, nell’anno vocazionale della Congregazione, il nostro paese ha ospitato un bel gruppo di Figlie del Sacro Cuore, fatto che riteniamo un miracolo nella nostra realtà di estremo Sud!
Il 2 marzo, Sr. Lorenza, Sr Ernestina e Sr. Inelda Balestrin, di prima mattina atterrano a Lamezia Terme; nel pomeriggio, in macchina, giunge il gruppo di Roma: le due consigliere generali sr Assunta e sr Cristina, sr Donata e la provetta autista sr Odete, per nulla intimorita dalle sconnesse strade calabresi. Sono presenti, inoltre, sr Genoveffa, decana appassionata di Calabria, e sr Marina, dalla casa generalizia. Sentiamo presente, anche se partita per il Brasile, sr Beatrice Dal Santo, superiora generale.
L’accoglienza è stata preparata da Sr. Ezia e dalla comunità, secondo le migliori regole dell’ospitalità. Alle 17.30 il primo grande appuntamento: l’Eucaristia celebrata ad Aiello “per le vocazioni”, presieduta dal nostro parroco don Jan Paul e concelebrata da alcuni altri sacerdoti, amici e parroci dei paesi vicini. La preghiera di tutti si è elevata con slancio e commozione; sembrava di udire la voce della madre che ripeteva: “Coraggio figlie mie, io sono con voi!”.
A conclusione della Messa, nel nuovo teatro di Aiello, abbiamo ascoltato sr Ernestina Gatti che ha offerto a tutti una profonda riflessione dal titolo “Facciamo grande il cuore alla scuola di Teresa”. Abbiamo verificato, ancora una volta, che Santa Teresa riesce davvero a toccare il cuore delle persone.
Il giorno 3 marzo le celebrazioni proseguono nella parrocchia di Lago, dove la comunità di Aiello estende la sua azione pastorale. Il parroco, don Alfonso Patrone, offre a tutte un generoso benvenuto e conduce il gruppo a visitare alcuni luoghi significativi del paese. Anche qui, alle ore 17, viene celebrata una gioiosa Eucaristia, con l’intronizzazione delle reliquia di S. Teresa Verzeri. La chiesa è gremita e si lza corale la richiesta di una presenza stabile delle suore in parrocchia. Sr Ernestina ripropone la sua riflessione, con una partecipazione attenta delle persone. Non manca un incontro con il Sindaco e il consiglio comunale.
Il giorno 4 marzo debutta il gruppo del musical, nel quale si ripropone la via dell’ORATORIO, COME SCUOLA DI VITA. La rappresentazione ci riporta al 1800, tra vivaci canti e belle coreografie, mettendo in luce le difficili relazioni della Madre con le autorità del tempo, situazioni che evidenziano il coraggio e la fermezza della nostra Fondatrice.
La festa continua attorno all’abbondante buffet, per una gioia davvero condivisa.
Il 5 marzo, con la partenza del gruppo di Roma, è per la nostra comunità il momento importante della visita canonica, tempo prezioso per rivedere la nostra situazione e rilanciare i nostri progetti.
Dire grazie a tutte le sorelle che sono approdate qui, a md Lorenza e a Sr Ernestina anche per questa visita, non è retorica, ma espressione viva di affetto riconoscente per il forte desiderio di animarci a una presenza sempre più significativa in questa nostra terra calabrese, ricca di valori ma desiderosa e bisognosa di tanto ascolto, attenzione e consolazione. Speriamo di farcela.. sempre con l’aiuto di Dio e vostro.

Sr Maria Grazia Zancarli

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