CI FACCIA LA PASQUA

CI FACCIA LA PASQUA!

…… , la festa di Pasqua è vicina. Ci prepariamo a “fare Pasqua”, come dicono in molti, come ha esclamato Cristo, sussurrando il suo desiderio di godere la presenza dei discepoli alla Festa, dove si farà servo e agnello.
C’è sangue intorno a noi, ma non è quello che salva.
Ascoltiamo degli attentati a Bruxelles, dell’incidente a Tarragona, della morte in mare del nostro Mark, tra una settimana nascerà la sua prima bambina. Lo stesso mare si sta prendendo altri.
Ci sono tristezza e angoscia, e ci sembra lontana l’esultanza pasquale. Ce la faremo a “fare Pasqua”?
Dubitiamo, e invochiamo che sia la Pasqua a “fare noi”. Sappiamo che significa “passaggio” ed è proprio questo che desideriamo ardentemente: che si possa essere trasformati, diversi, migliori, comunque nuovi.
Cuori che rinunciano alla vendetta, intelligenze che preparano progetti di pace, popoli che si muovono verso l’incontro e non coltivano più il mito del potere.
Chi sposterà per noi la pietra che non ci fa più passare, più vivere, più sognare?
Da soli non possiamo, forse insieme sì, ma non siamo nemmeno sicuri che l’unione faccia la forza.
Non sappiamo e non possiamo: non chiedeteci la parola, ci escono solo sillabe storte. Siamo a terra e volesse Dio che questa sia una buona notizia.
Perché potremmo farci plasmare di nuovo da Lui, sentire in faccia il suo Spirito, rinascere nuovi, dall’alto.
Ci arrendiamo, mano sulla bocca, seduti, coperti di cenere e di stracci.
Signore vieni veloce in nostro aiuto.
Non che finora tu non lo abbia fatto, solo che noi non abbiamo più ascoltato e nemmeno capito.
Siamo sempre i soliti, Signore, ma anche tu.
Abbiamo speranza che la tua Pasqua “ci faccia”, come ancora ci vuoi.
Sr Gianna Lessio

 

 

.. Pietre Vive...

 

 

 

 

 

 

Sorelle carissime,
al termine di un anno dedicato alla Vita Consacrata, a pochi giorni dal nostro “otto febbraio” e dall’inizio della Quaresima, trovo opportuno meditare e quindi con voi riflettere sulle Parole che Pietro scrive nella sua prima lettera al Capitolo 2, 4-5:

“ Stringendovi a Lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio,  per mezzo di Gesù Cristo.”

         Mi piace sottolineare il verbo “stringendovi” perché, mi pare, indica proprio il rapporto personale con Cristo iniziato con la consacrazione battesimale e suggellato con la consacrazione religiosa. Siamo “strette” a Lui, “pietra viva”, come figlie, come spose, per un motivo sublime: la costruzione dell’edificio spirituale che è ognuna di noi, che sono i nostri fratelli tutti.
        Certo, è lo Spirito che vivifica e santifica la comunità cristiana, la nostra comunità religiosa, ma Egli chiede che ci lasciamo condurre dal Suo soffio, che usciamo da noi stesse per incontrare ed accogliere l’altro, che vinciamo “l’indifferenza verso il prossimo, figlia di quella verso Dio” che minaccia la pace. (cfr. messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace, N°4)
        E’ l’indifferenza che fa distogliere i nostri occhi dai fratelli che abbiamo vicino, che ci porta a pensare solo a noi stesse, a creare difese e quindi barriere, ma se la Parola che abbiamo meditato il mattino è conservata nel nostro cuore e diventa luce del cammino lungo la giornata, allora l’indifferenza si supera perché Dio è in noi, è con noi e ci apre al dono, rendendoci sempre più pietre vive capaci di offrire sacrifici spirituali graditi a Dio.
       La nostra Fondatrice scriveva: “Procura operare in uno spirito di totale sacrificio, considerandoti vittima offerta all'amore, per puro amore: unisci il sacrificio di te al sacrificio che fece di tutto sé stesso l'Agnello divino al Padre Suo per noi: offriti con Lui per la Società…” e aggiungiamo, per la Chiesa, per il mondo intero.
        I sacrifici che siamo invitate ad offrire a Dio sono «spirituali» perché resi possibili dall’azione dello Spirito e da esso animati. Costituiscono la nostra vita di cristiane – religiose che si esprime nelle opere di misericordia che in particolare quest’anno siamo chiamate a rendere concrete, visibili partendo dalle nostre realtà di comunità per riversarle su chiunque incontriamo.
     Un invito:
Al termine dell’anno dedicato alla Vita Consacrata e in prossimità della Quaresima, penso sia cosa buona, sempre in libertà di spirito, dopo aver pregato, condividere in Comunità, il bello e il nuovo che è maturato in noi lungo quest’anno e il modo in cui abbiamo orientato l’anno della Misericordia alla luce anche di ciò che ci suggerisce la nostra Fondatrice: «Quel caro Gesù che siete per ricevere non è solo grande, potente, sapiente, ma è altresì buono e misericordioso, e si piace di stare coi miserabili per esercitare la sua misericordia... Viene a voi colle mani piene di grazie, col cuore aperto e bramoso di versare i suoi tesori a chi ne ha uopo. Li domanda e li spera... Basta li vogliate e sono vostri...» (preghiere 03.ver/2.2., p. 2)

Augurandovi buon cammino e buona festa dell’inizio della nostra famiglia religiosa, vi affido, ci affidiamo alla protezione della nostra Fondatrice perché ci guidi e ci aiuti ad essere misericordiose.


Sr Lorenza Morelli fscj
Superiora Provinciale

Santo Natale 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Sorelle carissime,

                     è il SI’ di Maria, la totalmente disponibile al volere di Dio, che dona al mondo il Salvatore.

E’ l’insieme dei nostri SÌ ora pronunciati, ora offerti, a volte anche con il cuore che piange, che rende possibile continuare a portare nel mondo, frastornato da guerre, vendette, l’annuncio di pace che gli Angeli hanno proclamato alla grotta di Betlemme.

       , Gesù, l’Amore del Padre fatto carne, è venuto in mezzo all’umanità perché Maria ha detto il Suo FIAT rendendosi disponibile ad accoglierLo nel suo grembo così da diventare Madre di tutta l’umanità.

       L’amore di Dio, che la festa di Natale ci racconta, sta in questo Suo entrare nel seno di Maria, farsi piccolo, annientarsi, per abitare il cuore della nostra storia, della storia di ogni uomo e divinizzarla.

       Contempliamo questo mistero in ginocchio, lasciandoci prendere dallo stupore per un dono infinitamente grande e ringraziamo l’Amore di Dio che si incarna e viene ad abitare, ogni giorno, anche in noi e ci rende donne profondamente misericordiose e capaci di accogliere l’altro col cuore di madre, col desiderio che ogni figlio realizzi ciò che Dio ha pensato per lui.

       Insieme, alla Grotta di Betlemme, preghiamo perché la pace, che Lui è venuto a donarci, sia accolta nel cuore di tutti gli uomini, soprattutto nei Paesi dove regna la guerra e la sofferenza chiude il cuore dell’uomo.

                                    A voi, sorelle carissime

                                                                

                                                                                         

 

 

 

 

Sr Lorenza Morelli fscj    -  Superiora Provinciale

Milano "Redecesio"

La nuova Comunità si chiama: “ La TENDA “

E’ giusto darle un nome per esprimere la sua identità.

Infatti la Tenda è simbolo:
• di chi vive in “ entrata” e “uscita” in “ mobilità” e “essenzialità”,
• di chi vive nella sicurezza del riparo nella notte, ma pronto al risveglio alle prime luci dell’alba in attesa dell’ospite  che vuol fare un tratto di strada insieme.
• di accoglienza,
• di una mano tesa a chi passa accanto, curvo sotto il peso di segrete sofferenze o gioioso per il dono e la bellezza  della vita,
• della possibilità di poter bere e rifocillarsi prima di riprendere il cammino,
• della bellezza contemplata sotto un cielo pieno di stelle nel silenzio della preghiera e dell’ascolto mentre accanto           scorre la vita frenetica come un torrente in piena.
La Tenda inoltre evoca il cammino dei patriarchi nel deserto, la presenza di Dio che come nube luminosa scendeva su Israele per parlare faccia a faccia con Mosè; evoca il monito di Paolo che ci ricorda come nell’ospitalità può capitare di incontrare degli Angeli.

12 settembre

Camminare, sognare, abbracciare il futuro, andare avanti, seminare …… verbi che si rincorrono, parole di novità, di vita che si rinnova, alla luce del mistero di Dio che si va dipanando nella storia delle nostre esistenze. E’ il mattino di grazia del 12 settembre 2015. Preghiamo insieme: “ Signore insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”. Sono le 7,30: il pulmino è pronto, stracarico di cose antiche e cose nuove. Lamberto Scolari, un prof. del Seghetti, in qualità di autista scatta le ultime foto.
Cuore, mente, corpo, affetti, tutto è proteso là…. a REDECESIO di Segrate- Tangenziale EST. Uscita n° 7 Rubattino, Parrocchia Madonna del Rosario- via Milano 1. tel. 02.2133808.
Ci sono già ad attenderci, a cancello spalancato, Rosa e Nicola, che ci avvolgono in un abbraccio sorridente e fissano in alcuni scatti fotografici il nostro ingresso nel “nido preparato” Subito Sr. Teresa, accompagnata da Sr Lorenza, fa il sopralluogo dell’appartamento e ne prende ufficialmente possesso, poiché sr. Molly e sr. Cecilia sono già esperte di tutto l’arredamento. Sorpresa!…. il frigorifero è già in funzione ed è fornito di frutta, verdura, pane, latte, e tutto di ottima qualità. La Provvidenza è arrivata prima di noi, e la sentiamo come una presenza piena di luce, proprio come il sole di questo cielo milanese, così bello, quando è bello ….! Don Alberto, il Parroco, ci dà il “benvenute” e con un sorriso beato ci aiuta a scaricare e assestare. Nel pomeriggio, alle ore 16.00 c’è festa della “vita”! Assistiamo al primo battesimo di “Margherita-Maria”, una bimba di pochi mesi, presentata alla Comunità nello stile di C.L.(Comunione Liberazione) La Chiesa si riempie di coppie giovani, con bambini di ogni età, che corrono, chiamano, giocano e ci fanno pensare agli angeli che si divertono in paradiso, ma è soprattutto il cuore, il nostro spirito che si riempie di commozione quando sente intonare dal coro dei presenti:
“Il Signore ha messo un seme nella terra del mio giardino
il Signore ha messo un seme nel profondo del mio mattino,
Il Signore ha messo un seme all’inizio del mio cammino !……
Viene in mente il programma : “Seminiamo il mondo di bellezza, di misericordia e di speranza!” E provoca l’interrogativo: Quale seme portiamo nella bisaccia? E noi quale seme siamo? Non importa la natura del terreno, e nemmeno il risultato, la cosa più importante sarà “seminare, seminare!” Lo sentiamo come l’invito a testimoniare in questa periferia della grande EXPO milanese, l’umile, il mite,l’infinito soave profumo dell’amore di Cristo. Siamo qui proprio per questo. A sera, nella Messa prefestiva secondo il rito ambrosiano, il profeta Isaia ci ripete:
“Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in luoghi sicuri” .
Beate voi! Seminerete in riva a tutti i ruscelli”
E’ una ulteriore conferma consolante. Con la preghiera della sera: “Donaci Signore una notte serena e un riposo tranquillo” chiudiamo la prima giornata, salutate ripetutamente dagli aerei di linea che sfrecciano da Linate e portano in cielo i nostri sogni.

13 settembre

E’ domenica, il giorno del Signore.   Ci attendono a Lavanderie, alla Parrocchia di Maria Vergine Immacolata, la seconda di questa periferia dell’hinterland milanese. Nicola, puntualissimo, ci accompagna in macchina.

Entriamo in parrocchia e ci rendiamo conto che, benché a pochi chilometri di distanza, le due Comunità sono ben diverse. A Lavanderie la chiesa sembra trasmettere da  sé il senso del sacro; assistiamo a una liturgia curata, ricca di silenzi, di gesti e presenze impegnate, di esperti ministri dell’Eucarestia, di impeccabili chierichetti che sono già “cerimonieri in erba”. La celebrazione  è presieduta dallo stesso Don Alberto che suscita risonanze inedite, forse perché le antifone e i testi stessi della Parola scelti  dal rito ambrosiano tornano nuovi all’orecchio del cuore. Al termine della Messa la gente si avvicina, ci saluta calorosamente: ci aspettavano da tanto e questo senso di  lunga attesa espresso ripetutamente  ci colma di speranza e di fiducia.

 14 Settembre

Festa dell’ Esaltazione della Santa Croce. Invece delle Lodi, preghiamo il testo di San Giovanni: la lavanda dei piedi, opportunamente preparato dalla Madre Provinciale.  E’ il messaggio che deve accompagnarci nella quotidianità avvenire,  affinché la nostra testimonianza sia un servizio  e un dono di comunione tra noi e i fratelli. Condividiamo le nostre attese, i nostri propositi e sentiamo la reciproca gioia di essere qui perché “inviate” ad annunciare l’amore del Cuore di Dio, a chinarci umilmente sulle povertà che incontreremo,  per scoprire in ognuna  di esse, nostre o altrui, il Volto del Maestro.

 15 settembre

Possiamo definire questo martedì “giorno dell’Incontro con Don Alberto”.Tutto il giorno è stato con noi per la programmazione delle nostre future attività e impegni. Ascoltiamo la sua relazione sulla origine e lo sviluppo  delle due comunità parrocchiali., l’impegno dei due sacerdoti predecessori, la progressiva costruzione degli ambienti : chiese, campi di gioco, oratori, bar, aule dei catechisti, sale multiuso; inoltre ci parla   del restauro di chiesette e oratori privati come S. Ambrogio e la Cappella del Crocefisso, divenuti patrimonio della Diocesi o del Comune, ma gioielli preziosi risalenti al XIV secolo.Consumato il pranzo in fraterna unione, il pomeriggio trascorre passando in rassegna  le principali attività già in atto: celebrazioni, catechesi, incontri formativi, oratorio, visita agli ammalati e agli anziani, benedizione delle famiglie, Caritas.

Chiediamo a Dio di benedire questi primi passi e ci affidiamo alla custodia premurosa della nostra Santa Fondatrice. 

...... 25 - 50 - 60 anni di Fedeltà



E’ incredibile ritrovarsi insieme dopo un lungo cammino e riscoprire sui volti di ognuna lo stesso entusiasmo , le stesse forti motivazioni che ci hanno connotate nel lontano tempo della nostra giovinezza, quando insieme abbiamo mosso i primi passi nella vita religiosa. Passi tutti uguali ma, estremamente diversi, come la fisionomia dei nostri volti. Oggi 14 maggio 2015 siamo insieme come un tempo Sr. Ignazia, Sr. Stefania, Sr Serena, Sr. Maria Grazia per godere, i nostri 50 anni di cammino di prima professione religiosa fatta a Ranica, il nostro primo Eden, per FARE FESTA nientemeno che in Albania.

La nostra Madre Provinciale, Sr Lorenza, non risparmia nelle sue “ meravigliose pensate”e ci ha inviate in Albania per immergerci in un mondo tutto missionario, per farci innamorare ancora di più delle “periferie” non solo albanesi ma soprattutto italiane. Qui, in questa terra, irrorata dal sangue dei martiri della fede, rendiamo grazie alla fedeltà di Dio che ci ha costantemente guidate nel nostro lungo cammino. A Verona, la prima accoglienza, prima di partire. Il cuore della Madre e delle sorelle della comunità ci hanno fatto gustare la tenerezza del Cuore di Dio. Poi… inizia il nostro pellegrinaggio, di corsa all’aeroporto Valerio Catullo, Certo un po’ di preoccupazione silenziosa, perché questo mezzo di trasporto non è per noi abituale. Ma, volo felice, peccato, finito troppo presto. A Tirana, ci aspetta Sr. Gianna e Sr Fernanda arriviamo in casa costeggiando palazzoni giganti, un’Albania molto nuova per chi era presente 20 anni fa alla fondazione tra prati, baracche, molta gente e tutti gli animali vari. Qui, incredibile, ma vero c’è per noi un comitato organizzatore della festa, composto da Sr Gianna e Sr Assunta che vogliono farci gustare la gioia di essere missionarie e di celebrare la nostra riconoscenza insieme a questo martoriato popolo..Da questo comitato impegnato ad organizzare la festa, anche per le due suore di casa, Sr Fernanda nel suo 25° e Sr Rosa nel suo 60° ci saranno proposte uniche: l’incontro con Padre Giovanni Peragine, Barnabita, Presidente della commissione europea dei Superiori Maggiori , la visita ai luoghi della persecuzione, a Scutari, l’uscita alle bocche del Cattaro, , in Montenegro, tutte occasioni per liberare una incessante lode a Dio e una fervida preghiera per il popolo Albanese.

Segue poi la conoscenza degli aspetti più interessanti della realtà educativa e pastorale con la

visita alle scuole dell’infanzia, al quartiere rom, al porto, alla collina. Il tutto condito da momenti di preghiera e condivisione, significativi, per aiutarci a vivere nella riconoscenza le numerose ricchezze che hanno accompagnato il nostro lungo cammino, nella gioia e nella sofferenza. Abbiamo vissuto intensamente insieme alcuni fatti, avvenimenti con lo stesso spirito di un tempo, come non ci fossimo mai separate. I ricordi infatti, sono rimasti vivi e profondi nel nostro archivio

spirituale e hanno aumentato lo spessore della nostra gioia e il nostro grazie per il dono di ciascuna di noi e di tutte le persone che con amore ci hanno accompagnato.

Che dire della “ magnifica comunità?” Accoglienza, delicata attenzione, partecipazione sacrificio , spirito missionario tutto a buon mercato, anzi proprio tutto gratis, in questo mondo dove il gratuito è stato sepolto. Le nostre sorelle ci hanno fatto respirare un pezzetto di TERESA che, messo vicino al nostro costruisce quasi UNA TERESA INTERA. Viva l’umiltà!..

Esperienza unica anche da parte della generosa gente albanese che ha fatto una gara di presentazione di doni, ( compresa la pecora allo spiedo,) di manifestazioni di affetto, di gioia serena di godere della presenza delle suore tra loro. E’ cambiato il paesaggio , mentre restano ancora le baracche nascoste, tanti poveri che hanno bisogno di noi ma, è sempre viva la testimonianza di fede conservata a rischio della vita, lo abbiamo visto anche al museo dei martiri e nel video : il Calvario di un popolo.

Il giorno della nostra solenne S. Messa per la rinnovazione dei voti la nuova chiesa, nata dalla mente, dal cuore e dalle braccia dei bergamaschi, era piena di giovani e bambini, speranza forte, nata da sofferte radici che promettono un grande futuro di fede cristiana e questo anche grazie alle Figlie del Sacro Cuor di Gesù..

A questo punto dire grazie diventa difficile, bisognerebbe fare una lunga litania, più di quella del rosario degli Albanesi. Vogliamo solo aggiungere che l’ esperienza indimenticabile ha aggiunto al nostro patrimonio spirituale la gioia e la felicità per poter ancora essere piccole e forse insignificanti missionarie del Cuore di Gesu’ nella nostra quotidianità; per questo siamo orgogliose di poter continuare con più coraggio e forza il nostro cammino in attesa del sessantesimo, di cui abbiamo già avuto l’invito. Grazie Sr Gianna, grazie alla comunità, siete state magnifiche, ora vi accompagneremo nel vostro cammino missionario con più affetto, con più partecipazione, con più preghiera perché possiate affrontare ancora con serenità e coraggio le forti sfide che ogni giorno vi attendono in questa dura ma bella terra albanese. Grazie anche alle nostre comunità, che hanno accolto con gioia operativa la proposta del viaggio in Albania, sostituendoci nei nostri vacanti servizi.  

Suor Maria Grazia Zancarli  f.s.c.j.

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